mercoledì 28 marzo 2007

Ovis Molis, chocolate chips cookies e cialdine...che sia un dolce inizio settimana!



Questa particolare pasta frolla è a dir poco deliziosa, è friabile e scioglievole...quella che dovrebbe offrire Ambrogio alla nostra richiesta di "qualcosa di buono", altro che roches....

Un paio di week-end fa mi sono data alla biscotteria e ho preparato per il pranzo della domenica (riunione a casa della sorella "la grand") e per il tè pomeridiano ben "UDITE,UDITE" quattro tipi di biscottini diversi...senza barare, 4 impasti diversi, 4 sapori diversi, 4 umori diversi:
Gli ovis molis per l'appunto, moooolto particolari e "raffinati" io l'interpreterei così, si sciolgono davvero in bocca!

Questa pasta frolla differenzia dalle altre per l'uso dei tuorli SODI nell'impasto, quando lo dico a questo punto tutti mi guardano storto e si domandano se non stia diventando un pò tocca...adesso lo so perfettamente che per i foodblogger questa non rappresenta nessuna stranezza...ma molte cose che posso risultare alla foodblogosfera trite e ritrite...negli ambienti per così dire "normali" (lo sapete naturalmente, che siete tutti anormali miei cari foodblogger????) lasciano un pò basiti!!!!

I miei amici poi che sono poco inclini agli "esperimenti" (e per loro l'assaggio del riso thai è gia fase esperimento) rimangono ancora più basiti e perplessi...prima dell'assaggio of course!!!!!!!!!
Ovis Molis

ricetta ottima recuperata da Coquinaria, la migliore in assoluto che ho trovato in giro
5 tuorli sodi
100 gr di zucchero a velo
200 gr farina
100 gr fecola
200 gr burro fresco
1 pizzico di sale
Quando preparo questi dolcetti rompo le uova separando gli albumi dai tuorli, i primi li tengo da parte per fare le cialdine (che per questo vanno sempre in tandem con gli ovis molis), i secondi li metto tutti "nudi" in un tegamino di coccio e li cuocio a bagnomaria, ci metto un eternità...ma almeno recuro gli albumi, che cotti senza il loro compagno rosso andrebbero dritti, dritti nella pattumiera!


Quindi una volta recuperati 5 tuorli d'uovo sodo, bisogna setacciarli per bene (operazione FONDAMENTALE per la buona riuscita di questi pasticcini), io li metto uno alla volta nel colino a maglie strette e li schiaccio con un cucchiaio recuperando la purea in una ciotola.

Lavorare i tuorli ormai ridotti a purea appunto con del burro freschissimo morbido, lavorarli fino ad ottenera una crema, aggiungere lo zucchero a velo, successivamente la fecola e la farina poco per volta, fino ad ottenere una panetto omogeneo e profumato (si è davvero profumato!)
Metterlo in frigo a riposare per una mezz'oretta, riprendere il panetto e formare delle palline (abbastanza piccole visto che in cottura si "siedono" e di conseguenza si allargano), metterle in una teglia e formare un fossetto al centro di ogni pallina nel quale mettere un pò di marmellata a piacere (io ho usato una d'arance), cuocere a 130/140° (il forno DEVE essere preriscaldato) per circa 15 minuti, come tutte le frolle anche l'ovis molis "indurisce" raffreddandosi, quindi io biscottini vanno tolti dal forno anche se sono ancora morbidi!

Bhè le cialdine e i chocolate chips cookies, arriveranno domani con un altro post!!!!Ma non vi nego nessuna foto ;-)


















martedì 27 marzo 2007

Quando il sole arriva da TORINO...


...è decisamente più luminoso e caldo.

Quando il sole arriva da Torino si rimane a bocca aperta...chi avrebbe mai immaginato che il nord potesse portar calore al sud?
Questa sorpresa di sole è tanto forte che stasera mi starà ancora nei pensieri, anche quando sotto le coperte, prima di addormentarmi farò un resoconto di questa giornata:

Una ragazza carina e riccioluta che entra nell'ufficio all'ora di chiusura e chiede di me, la guardo e penso subito al lavoro, qualche amica di un'amica che ha bisogno di un volo o di una vacanza, invece lei spigliata e sorridente mi fa:

"Sono Luisa, la sorella di Annamaria"

Segue una mia pausa e il mio cervello a random cerca di unire i nomi Luisa e Annamaria pensando inevitabilmente ancora a lavoro.

La mia faccia sarà stata così fessa e interrogativa in quei secondi, che Luisa ha aggiunto la parola magica "Annamaria, foodblogger" detto indicando il computer.

Oddio, finalmente vedo LA LUCE!!! HO CAPITO!!!!!!NON CI POSSO CREDERE!!!!!!????

ANNAMARIA la mia cuochetta, tu LuX sua sorella, io ti conosco, anche se non ti ho mai vista, so che Annamaria era raggiante all'idea di averti a Torino, so che ti sei beccata l'influenza a casa sua, so queste cose perché ormai tra me e Annamaria incomincia ad esserci un filo diretto fatto di chiacchiere e mail private, un filo che diventerà più spesso, che ci unisce e ci accorcia le distanze, dei Km tra Bari e Torino, dell'imbarazzo perché pian piano ci stiamo conoscendo.

Solo la presenza di Luisa che mi porta i saluti della mia cara cuochetta di persona in ufficio è un piacere ENORME e SPECIALE...ma Annamaria sa stupire e non si ferma qui!

"Annamaria mi ha dato questo pacchetto per te, spero ti piaccia?"

Secondo SDONG con svenimento!!!!!!!!!

Un regalo, per me? La speranza che mi piaccia?Ma che scherziamo???

Il sacchetto è passato dalle mani di Luisa alle mie, non l'ho aperto davanti a lei, l'ho appoggiato sulla scrivania, magari la buona educazione non avrebbe voluto così, ma ero troppo su di giri, le avrò dato l'impressione d'essere una povera pazza decisamente fatta....abbiamo parlato di focacce, di baresi, di Chiara che non dorme la notte, al volo c'è stata la presentazione anche con Joao Francisco de Figuera mio marito che nel frattempo aveva capito tutto e sorrideva doppio con me!!!

Per strada ridacchiavo scuotendo il mio sacchetto colorato pensando a "quanto Annamaria sei stata carina e gentile", in macchina ho sbirciato nel sacchetto:

"Gianfrà vedi che carino, c'è un guanto da cucina colorato!!!!" (e pensare che il giorno prima in un negozietto avevo pensato di comprarne di nuovi e Gianfranco mi aveva detto di lasciar perdere perché non erano tanto carini...il tuo è BELLISSIMO)

E nel guanto, al calduccio c'è un bigliettino, sonnecchiava placido e in un mondo fatto di mail dove l'inchiostro e la calligrafia sono ormai animali estinti io ho da leggermi una letterina tutta per me!!! Annamaria come minimo devo spedirti una lettera vera anch'io...come minimo...

Ma non è finita qui, perché mentre io oramai sono in delirio e penso a quanto di più carino e dolce c'è su Annamaria, Joao alla guida quasi mi urla "Dai, dai aprilo il pacchetto, strappa la carta, vedi che c'è??"

Lui, l'animale che c'è in lui, mi riporta alla mia bella realtà fatta di un altro pacchetto da scartare, pacchetto bello cicciotto e pesate, scartato senza rompere la carta: bisogna saper gestire le proprio emozioni ed io ho già dato show con Luisa...

Un meraviglioso vasetto da ben 400 gr di nera, densa e profumata CREMA BITTER direttamente da dove la producono: la SPES di TORINO.

Non ce la facciamo, sono le 13.40, siamo imbottigliati nel traffico e fermi al semaforo, ma le nostre dita sono già lì che affondano nella crema:

Annamaria è uno SPETTACOLO!!! E' come te!


Dopo il decimo cucchiaino trangugiato dopo pranzo da Joao ho deciso di nascondergli il vasetto!!!!

Filetti di pesce spada all'arancia



Questo filetto all'arancia l'ho copiato un annetto fa paro, paro dal Cavoletto, l'avrò preparato almeno dieci volte, sarà che mi sto impratichendo sempre di più, ma l'altro ieri è venuto particolarmente buono, tant'è che Gianfranco mentre faceva la scarpetta (il soggetto fa la scarpetta con QUALSIASI COSA!!!!) m'ha guardato e mi ha detto "Buono questo, non l'avevi mai fatto prima, vero?"...ovvio che non ho risposto!

Ormai sento che il buonsenso in cucina mi sta diventando sempre più amico, mi consente di staccare gli occhi dal foglio dove sono segnati precisi precisi le dosi e i procedimenti e mi permette di adeguare con scioltezza un tempo di cottura più lungo o più corto, sostituire un ingrediente con un altro, concedendomi pure qualche piccola improvvisazione!!!

Non si può capire quanto per me questo rappresenti un motivo d'orgoglio!

Io non ho mai avuto le manine d'oro in cucina (come ho già scritto in passato) anche se pasticciare m'è sempre piaciuto, ma ricordo con simpatia, solo adesso che mi son presa la rivincita, quante volte mia madre mi ha detto rimestando e punzecchiando con la forchettina la mia povera e pallida creazione che giaceva esanime nel piatto : "Mmmmmhhhh, ma sei sicura che doveva venire così ?"
Eh si! Finché ho vissuto a casa dei miei genitori il mio animo da chef ha sonnecchiato e s'è divertito a farmi fare un plof dopo l'altro...poi quando ha avuto a dispozione una cucina tutta SUA , gli utensili tutti SUOI, IL FORNO TUTTO SUO (mia madre 10 anni or sono ha buttato il suo forno normale di casa - ho scritto BUTTATO - per sostituirlo col FORNETTO DE LONGHI, giuro che non scherzo, avete idea di cosa significhi sfornare anche solo 1/2 kilo di biscotti con il fornetto De Longhi?....ah dimenticavo ha pure trasformato una teglia da plumcake comprata dalla sottoscritta, in un vaso per tre piantine grasse!!!!!!!!! Non potete capire com'ho vissuto fino a tre anni fa, non potete.....) dopo tutto ciò, il mio cuoco interiore s'è risvegliato poco a poco, regalandomi enormi soddisfazioni come fare un buon filetto di pesce spada all'arancia. EVVIVA!!

Filetto di pesce spada all'arancia

400 gr di filetto di pesce spada senza pelle
2 arance
1 limone
1 spruzzo di aceto
2 cucchiai d'olio EVO
sale e pepe

Marinare per un oretta (più stanno, meglio è comunque) i filetti di spada tagliati a pezzi non troppo grandi con le bucce e il succo del limone e di una delle due arance, unire nella marinatura anche l'aceto, l'olio, sale e pepe.
Riscaldare la piastra e cuocere i filetti di spada leggermente scolati dalla marinatura, non far cuocere troppo altrimenti il pesce perde morbidezza, servire con l'arancia rimasta pelata al vivo...questa è stata la prima arancia pelata al vivo decentemente. DOPPIO EVVIVA!!!!

venerdì 23 marzo 2007

Ultimi strascichi d' autunno: Torta morbida di zucca






Questa l'ho preparata quasi come un rito WOODOO...


Ok, io mi son data da fare a trovare le ultime zucche disponibili, mi son data da fare anche a cucinarle pazientemente a MARZO davanti al camino acceso, a mangiarne a piccoli bocconi ripetendo come un mantra : "Siamo a MARZO, a fine MARZO, adesso basta con la pioggia, ESIGO IL SOLE!!!!"


Devo portare pazienza, lo so: il fatto che sono passate più di 24 ore dal primo giorno di primavera non significa necessariamente arrivo di ENORMI stormi di rondini, che di una non ce ne si fa niente....ma è più forte di me...io mi nutro si sole, le mie ossicine chiedono di essere appese al filo ad asciugare sotto il suo calore!!!!


Lo sa bene cuochetta a cui rompo le scatole un giorno si e uno no con la storia : "Ma lì a Torino che tempo fa...no sai perché qui piove, fa freddo, tira vento ed io che sono meteoropatica proprio non lo sopporto.....", Annamaria ti giuro che non ti parlo più del tempo!!!!


Non si sa mai...dovesse per caso la settimana prossima scoppiare il sole, mi sono preparata questa torta per non pentirmi di non aver consumato in modo dolce l'ultima zucca dell'autunno, comunque a parte la tiritera sul maltempo a me la zucca piace molto, anche lei scoperta da pochissimo (praticamente da quest'inverno), bella per la sua versatilità, sapore e colore, il suo arancio potrebbe invitare a mangiarla anche cruda.


La ricetta di questa torta l'ho trovata su "la mia cucina" di cui parlavo un paio di post fa...tra l'altro ho scoperto che non è più pubblicato da un bel p0', peccato perché era davvero fatto bene, comunque ritornando alla torta nonostante i più storcano il naso sapendo che è fatta con la zucca la richiesta del bis è garantita, la zucca combinata con gli amaretti e il cioccolato ha davvero un sapore unico e poi è davvero morbidissima.





Torta morbida di zucca


600 gr di zucca
300 gr d'acqua
100 gr di latte
250 gr di zucchero
150 gr di burro
3 uova
300 gr di farina
1 bustina di lievito per dolci
60 gr di amaretti
100 gr di cioccolato fondente


Mettere in una padella l'acqua e la zucca pelata e tagliata a dadini, cuocere a fuoco vivace per una ventina di minuti, comunque fino a quando la zucca non si sarà completamente sfatta e avrà assorbito tutta l'acqua.


Mettere la "crema" di zucca in un recipiente e far intiepidire.


In un pentolino scaldare il latte, aggiungere lo zucchero e far sciogliere, unire il burro e far sciogliere anche lui.


Unire il latte/zucchero/burro ormai del tutto sciolti alla zucca e far intiepidire.


Unire un uovo alla volta, la farina setacciata con il lievito e per ultimo gli amaretti sbriciolati e il cioccolato a pezzetti (io questa volta l'ho ridotto a pezzetti troppo piccoli e si è completamente sciolto), mettere l'impasto in una teglia 24 cm di diametro e cuocere a forno preriscaldato a 180° per circa 40 muniti, la prova dello stecchino comunque non mente mai!!!


Una volta cotta farla raffreddare e cospargere con zucchero a velo!!






giovedì 22 marzo 2007

Qui resiste l'innocenza....

...l'amicizia qui s'onora, bacco ognor, ponoma e flora spiegan qui la lor beltà.




Sin da quand'ero piccola le case diroccate e abbandonate hanno sempre esercitato una fortissima attrazione su di me.

In questa malsana passione di girovagare per campagne alla ricerca di chissà quale bellezza abbandonata, mai nessuno mi ha mai assecondato...mai nessuno, tranne il Santo, tranne il sempre (quasi sempre) disposto a tenermi contenta: Joao Francisco De Figueras, el sabor el cundador del flamenco, Olè!!

Beh si, Gianfranco è tanto fuori che spesso si presenta così e mentre il malcapitato di turno si fa la sua bella risata io un pò meno visto che son 8 anni che la sento sta cosa!!!!!(Cannella dovessi mai passare di qui...se hai idea di che cosa possa significare, semmai ce l'abbia un significato tutta quella presentazione, fammello sapere!!!!!!!).

Comunque è lui la persona che sa perfettamente con che cosa potrei onorare una bella giornata di sole o che cosa potrebbe tirarmi su il morale nei giorni in cui mi sento un pò giù: "partire" per un Tour Tra le Campagne.

Questa cosa mi piace così tanto che potrei farlo tutti i giorni, infilarmi in macchina e imbucare la prima strada di campagna (dove abito ora c'è solo l'imbarazzo della scelta), con l'animo pronto alla scoperta, con la certezza che non tornerò delusa, anche perchè mi basta la vista di due ulivi per star bene e se non ci saranno case di fine ottocento diroccate, ci saranno case di fine ottocento ritrutturate che lasciano a bocca aperta (a San Materno a Mola di Bari c'è una casa nascosta in un boschetto S-T-U-P-E-N-D-A, se ci ripasso le faccio la foto, è qualcosa di pazzesco), se non ci saranno scorci stupenti con vista sul mare (le campagne di Polignano sono assolutamente da VIVERE), ci saranno ulivi secolari enormi e contorti da invitarti a prendere casa tra gli intrecci dei loro tronchi.

Così un paio di domeniche fa siamo partiti per un altro dei nostri Tour; il tempo dolce e la segnalazione per un agriturismo a 6 km da dove abitiamo, adocchiata qualche settimana fa, ci hanno fatto imboccare una stradina di campagna tra terra e ulivi lasciando a pochi kilometri le case e il paese, mi lascia ancora sorpresa come possa cambiare il paesaggio se si ha la curiosità d'imboccare una nuova strada, di lasciar perdere per un momento quella "che ci fa arrivare prima" che di solito è anche ben trafficata!

Così mentre navigavamo coi nostri 30 km orari di crociera, con il naso (mio soprattutto) un pò a destra, un pò a sinistra, siamo rimasti a bocca aperta davanti a questa MERAVIGLIA!!!!





Non ci siamo neanche detti "Che facciamo, ci fermiamo?" che eravamo già incamminati nel il vialetto incolto, pieno di meravigliosi fiorellini color indaco.

Io ho paura di tutto, sono una fifona per natura, ma quando vedo una casa antica (deve essere antica, non è che ho la mania d'intrufolarmi in tutti i casini di campagna aperti) non capisco più niente, non penso al "cane rabbioso messo lì dal contadino", "al contadino pazzo con il fucile in mano", al drogato, all' extracomunitario ORCOBARBABLU', il mio unico pensiero è:

"Se sei così bella fuori, chissà come saranno le tue stanza?"

E una volta varcata la soglia i miei occhi hanno la capacità di aggiustare intonaci rotti, pavimenti sbeccati ricomponendo il motivo floreale di ogni mattonella, rivedo gli affreschi ai muri puliti e nitidi, quasi sento le risa di gente divertita che prepara il pranzo davanti ad una cucina con cestelli in ferro (o ottone?) dove sotto si metteva la legna per cuocere e distratta guarda la campagna sotto il sole:


M'immagino bambini che scorazzano per casa e nel giardino, che portano nelle mani uova fresche di gallina, gente seduta in salotto che fuma la pipa e beve vino, parlando di cavalli e poderi.


Forse m'immagino troppo...ma come potrebbe essere altrimenti, se scolpito all'ingresso di questa casa si trova scritto:

"Qui resiste l'innocenza, l'amicizia qui s'onora, Bacco ogn'or, ponoma e flora spiegan qui la lor beltà!"...e per un istante mi sento parte di un mondo, di una storia che non c'è più.

lunedì 19 marzo 2007

Maltagliati al farro con "ragù" di cernia




Questa ricetta è stata ispirata da "bigoli in salsa di tinca" di un "La mia cucina" praticamente dell'anteguerra (vabbè esagero, era di circa 4 anni fa), l' unico della specie in casa mia e penso che oggi farò un giro in edicola per vedere cos'è cambiato in questo mensile in questi ultimi 4 anni, visto che rispolverandolo ho trovato un bel pò di ricettuzze interessanti e mi sono soprattutto accorta che chi curava all'epoca la cucina sperimentale era Simone Rugiati...che magari non sarà lo chef più bravo degli ultimi tempi...ma il più bello senz'altro si e questo da brava ruffiana mi fa ancora più simpatia!

Comunque ieri mi sono alzata con l'idea quasi fissa di onorare la farina di farro che ho acquistato qualche tempo fa e mentre impastavo farina e acqua ho pensato che avrei potuto condirla con un impiastro ispirato alla suddetta ricetta usando un filetto di cernia anzichè di tinca, che nella mia vita non ho mai visto e neanche mai assagiato, ma io e il pesce siamo amici solo da poco.

Il risultato è stato davvero interessante e giusto per onorare una sacrosanta DOMENICA!!!


Maltagliati al farro con "ragù" di cernia

per i maltagliati al farro:

200 gr di farina di farro
1 presa di sale
acqua qb

La dose è per 2 piatti abbondanti

Disporre la farina sul tagliare, fare il solito cratere, mettere al centro la presa di sale e versare l'acqua poco per volta formando un impasto elastico e omogeneo, lavorarlo con energia per una decina di minuti e lasciarlo riposare per altrettanto tempo.

Mettere l'impasto sotto un recipiente (mia nonnna mi diceva di fare sempre così per evitare che la pasta si secchi) e cominciare a prendere dei pezzetti d'impasto, stenderli con il mattarello uno per volta, devono essere abbastanza sottili, io ieri di prendere la nonna papera non ne avevo voglia, anche perchè l'impasto era pochino.

Una volta steso l'impasto tagliare dei rettangoli, quadrati, rombi (io trovo comodissima la rondella taglia pizza)...senza dare particolare attenzione alla forma, il bello dei maltagliati è che sono maltagliati!!!
Mettere i maltagliati su un canovaccio infarinato e mettere da parte

per il ragù di cernia:

sempre per due

1 carota piccola
1 costa di sedano
1/2 cipolla
10 pomodorini
1 piccolo mazzetto di rucola
2 filetti di cernia
1/2 bicchiere di vino bianco


Tagliare la carota, il sedano e la cipolla a cubetti molto piccoli, soffriggerli in una padella abbastanza larga con 4 cucchiai d'olio EVO.

Unire i pomodorini tagliati a spicchi, dovesse asciugare troppo unire un mestolo d'acqua calda (se ci fosse a disposizione del brodo di pesce sarebbe l'ideale), unire i filetti di cernia tagliati a cubetti e sfumare con il vino bianco, lasciar cuocere il ragù per un 10-15 minuti, unire la rucola tagliuzzata poco prima di terminare la cottura.

Unire nella padella i maltagliati al farro che nel frattempo saranno stati lessati per pochi minuti in acqua bollente, far saltare il tutto per pochi secondi, guarnire con rucola fresca.

mercoledì 14 marzo 2007

Marzo, Festa del Papà, San Giuseppe e Zeppoline




Marzo è tempo di pioggia, di sole tiepido di primavera, di festa del Papà e deliziose amarene morbidamente adagiate sulla pasta choux delle classiche zeppoline.

Io non avevo nessuna intenzione d'aspettare feste comandate per rifare dopo un anno il dolcetto tipico di San Giuseppe...e poi riflettendoci mi conveniva fare almeno una piccola prova prima di presentarmi il 19 marzo da Don Perinon con il mio bel vassoietto di zeppoline per l'ora di pranzo.

Mio padre, Don Perinon per l'appunto, è il goloso di famiglia...colpa sua se mi porto nei geni l'assoluta esigenza di finire qualsiasi pasto della giornata con una puntina di zuccheri: un cioccolatino, un biscottino...qualsiasi cosa, basta che sia dolce e se è cioccolatosa è meglio!

Mi piace tanto caratterizzare le feste con dei dolci e delle preparazioni tradizionali...purtroppo mi mancano i ricordi che vorrei dare ai miei figli un giorno: la casa sotto Natale che profuma di vin cotto che cola sulle cartellate, panzerotti alla vigilia dell'Immacolata, zeppole per la festa del papà (giù di lì) e l'immancabile "pizza di ricotta" a Pasqua...mia madre non ha mai amato cucinare e io purtroppo ho vissuto un infanzia senza mai aver visto sfornare in casa mia neanche un CIAMBELLONE, mia sorella che bazzica da queste parti può confermare!!!!!!!! Si può immaginare una cosa simile??

Il bello della vita è che i RIMEDI sono quasi sempre presenti: pazienza se certe cose non le ho potute vivere da figlia, certo è che mai mi farò sfuggire l'opportunità di viverle da madre!

Zeppole di San Giuseppe




Per la pasta choux

150 gr di burro
150 gr di acqua
150 gr di farina
1 pizzico di sale
4 uova non troppo piccole

Mettere in un pentolino il burro a pezzetti, l'acqua e un pizzico di sale e portare a ebollizione.


Fuori dal fuoco aggiungere in un colpo solo la farina setacciata, rimestare velocemente facendo si che la farina sia totalmente assorbita formando un impasto abbastanza sodo.

Rimettere l'impasto (che in questa fase si chiama panade, la mia è solo nozionistica, ma visto che lo sò perchè non dirlo) sul fuoco e farlo cuocere, RIMESTANDO CONTINUAMENTE, fino a quando non inizi a sfrigolare, io consiglio la lettura di queste pagine...c'è spiegato tutto precisamente e molto meglio di quanto possa fare io!!!

Una volta che la panade è bella pronta, deve risultare un impasto non disgregato e sodo, trasferirla in una ciotola e lasciarla leggermente intiepidire.

Una volta intiepidita unire le uova UNA PER VOLTA, badando di aggiungere l'uovo successivo solo quando il precedente sia stato ben assorbito, si consiglia praticamente ovunque di aggiungere l'ultimo uovo a cucchiaiate fermandosi quando l'impasto è diventato lucido e pesante come una crema pasticcera,Francesca Spalluto scrive sempre su Gennarino, che l'impasto è perfetto quando tirandolo su con un cucchiaio non si strappa, ma forma un ricciolo pesante (l'ho già detto che Francesca Spalluto é TROPPO GRANDE!!!!!).

Mettere l'impasto nella sac-a-poche e formare le ciambelline delle grandezza desiderata, io adoro i formati mignon (di solito con le paste grandi m'inguacchio sempre) cuocere per i primi 20 minuti a 200°, dopo abbassare la temperatura a 190° e continuare a cuocere fino a quando le zeppole non solo si saranno gonfiate ma avranno avuto un bel colore ambrato, occhio che spesso sembrano cotte e invece sono ancora crudine dentro e si spatasciano 5 minuti dopo averle tirate fuori dal forno, parlo per esperienza.

Una volta cotta, fare la prova assaggio, d'obbligo...che la pasta choux nature è sempre buona, guarnire con crema pasticcera e amarene sciroppate!



lunedì 12 marzo 2007

Kofte, mai da sole!


Queste polpettine di carne sono presenti in più o meno tutto il medio oriente, io le ho mangiate 10 anni or sono su un meraviglioso caicco che lambiva le coste turche!

Probabilmente non erano proprio queste...il sapore proprio preciso, preciso non è che me lo ricordi, ma il loro nome, come gran parte dei cibi che ho conosciuto e assaporato in 30 giorni su è giù per la Turchia, come Istanbul e il profilo dei suoi minareti visti dall'alto della torre di Galata, come il caffè Pier Loti su una delle colline che dominano il Bosforo...non li dimenticherò mai.

Per fare proprio "Oriente" bisognerebbe utilizzare il macinato d'agnello, che mescolato al cumino fa subito suq...ma io m'ero già messa in testa che dovevo provare una delle 100 ricette di kofte in possesso senza troppe attese e quindi mi sono arrangiata con quello che offriva il mio congelador : macinato misto, e sia!!!!

Ovvio che la polpettina orientale chiama la salsetta orientale, il pane orientale, la tovaglia orientale, i profumi orientali...ma non andiamo oltre...ci sono già mille motivi per cui mio marito mi guarda come una povera ALIENA...pensate a tutte le volte che gli grido "NON TOCCARE CHE NON L'HO ANCORA FOTOGRAFATO!!!!!!!!!"
Quindi per creare un' atmosfera MEDIORIENTAL, seppur con delle contaminazioni qua e la, ho accompagnato le mie kofte con del Hummus (non poteva mancare), con una salsina Tunisina di carote postata da FRANCESCA SPALLUTO su Gennarino ( questo nome meriterebbe un post tutto suo!!!Vi dovesse mai capitare d'imbattervi nel suo nome sul web sappiate che potete fidarvi ciecamente di ogni suo ricetta, di ogni suo consiglio perchè Francesca è ESPERTISSIMA, PREPARATISSIMA e inutile dirlo BRAVISSIMAAAAAAAAAA!) , e con la mia ormai stra-adorata salsa all'aneto (che ci posso fare....ormai c'inzuppo i biscotti la mattina!!!!) e un d' ATTA ROTI che ci stava benissimo...anche per l'assenza di lievito (un nemico ancora per poco spero!).

KOFTE
Di ricette ce ne sono tante, io ho provato quella che segue perché era molto semplice e veloce e non mi sono pentita

300 gr di macinato d'agnello (io ho usato quello misto)
2 fettine di pane raffermo
1 cucchiaino di cumino in semi
1/2 cipolla
sale e pepe
Tagliare le fettine di pane a dadini e metterle ad ammorbidirsi in un po' di latte, tagliare la cipolla a pezzettini molto piccoli, mischiare la carne con la cipolla, con i pezzetti di pane strizzati, aggiungere il cumino (io ne metto sempre una valga), regolare con il sale e il pepe, formare con l'impasto delle polpette leggermente ovali e più grandi di una noce, farle riposare un po' in frigo coperte con della pellicola. Riscaldare in una padella dell'olio EVO e farle cuocere per 15 minuti circa rigirandole ben bene.

HUMMUS
1/2 tazza di ceci lessi (io uso quelli già pronti)
il succo di 1/2 limone
2 cucchiaini di tahina
1 spicchio d'aglio
2 cucchiaini di prezzemolo tritato
1 cucchiaino di olio
1 peperoncino

Per l'hummus è indispensabile la tahina, che è la pasta di sesamo, i foodblogger sanno perfettamente cosa sia l'hummus e la tahina, anzi è probabile che ne abbiano persino le scatole piene...per tutti quelli che magari passano di qui e non fossero informati posso dire che l'hummus è moooolto buono e la tahina si trova in tutti i negozi di agricoltura Bio.
La preparazione è super-facile: mettere tutto nel frullatore e premere il tastino d'accensione!
Mettere in una ciotolina, fare un piccolo "pozzo" e metterci all'interno l'olio EVO.


SALSA TUNISINA ALLE CAROTE

400 g di carote
1 pizzico di sale
1 cucchiaino di olio
Aceto uno spruzzo
aglio tritato a piacere
harissa o paprika+peperoncino in polvere
zenzero tritato (poco)
1 cucchiaio di miele
1 cucchiaino di cannella

Questa crema di carote piace persino a mio marito che di solito è IPER DIFFIDENTE e per accompagnare i cibi il massimo della sperimentazione è stata l'assaggio della senape!
Anche la preparazione di questa cremina è velocissima: lessare le carote, unirle insieme agli altri ingredienti nel frullatore e via, ed è subito pronta!!!!!!

Anche queste ricette non mi smentisce...veloce e abbastanza soddisfacente...che mi metta mai a preparare qualcosa di elaborato, anche perché dopo una giornatina di lavoro non so come ancora resista a "strappa la busta e gusta(si far per dire)"!!!!


sabato 10 marzo 2007

Ma che mondoblog sarebbe senza la ZUCCHERIERA?



Ma dopo tutto quello che ho scritto nei commenti dell' ultimo (ma che brutta parola) post di Cannella vi pareva che non mi univo alla petizione (anche se in ritardo!!!)???????


IMPOSSIBILE...considerando pure il mio pessimo rapporto con le parole: "ultimo", "fine", "chiusura"....insomma con tutti quei sostantivi, verbi, aggettivi diacimo per così dire "tristemente definitivi!!!!" NON LI SOPPORTO!!!!

Perchè "chiudere" un blog...scusami cara Zuccheriera ma lo capirei solo se decidessi di andare a vivere in qualche paese sperduto della Spagna lontana da internet, lontana dai pc a coltivar zucchine e carciofi!...certo è anche vero che se "non ci si diverete più" magari cade anche la motivazione primaria che ci consente di mantenere "in vita" un blog, un forum, un sito, un'associazione...qualsiasi cosa!!!!

Ma sei sicura, sicura che non ti diverti più??????? :-(

Oppure ti sei solo stufata dell' "ambiente", che magari non è sempre pulito e semplice come dovrebbe, in questo caso Zuccheriera cara, ripensaci....perchè che mondoblog sarebbe senza di te? Non può ESISTERE!!!!

venerdì 9 marzo 2007

La (vera) padrona di casa.



Nessuno lo sa, nessuno in realtà vuole ammetterlo, ma sono io LA VERA PADRONA di casa!!!

Sono diventata la padrona di casa quando per la prima volta ho appoggiato le mie zampette nere sulle piastrelle di marmo dell' ingresso, a noi gatti basta questo.

Va da che la mia padrona UMANA e il mio padrone UMANO sono miei ospiti e me ne sono incredibilmente grati, altrimenti non si spiegherebbe il fatto che vanno a lavorare tutti i giorni , che si preoccupano di pagare bollette, mutuo, fare la spesa (mi comprano i croccanti che voglio senza fare troppe storie) e si preoccupano di mettermi una bella lettiera pulita nei giorni di pioggia quando il giardino è impraticabile, potreste mai immaginarvele le mie meravigliose zampette infangate?

Mentre la PADRONA s' incacchia terribilmente con il PADRONE perché è convinta che non collabori mai abbastanza in casa, a me solo coccole e carezze anche se non alzo neanche un' unghia, la PADRONA cerca di mantenere la calma anche quando lascio impronte di terreno sul pavimento appena lavato e ancora umido...comunque mi sa che l'ha capito che lo faccio apposta!!!!

Beh lo ammetto, meglio non mi poteva andare, d'inverno mi spatascio sul davanzale della finestra riscaldato dal termosifone, d'estate mi faccio i miei bei giri nei dintorni (non mi allontano mai troppo...ho una fifa blu della campagna aperta) e poi loro mi vogliono davvero un sacco di bene...specie la mia PADRONA, così quando lei è in casa io non la perdo mai di vista...quando poi si mette alla scrivania per disegnare è la pacchia:






Innanzitutto mi spalmo ben bene sui suoi disegni anche quando ha il pennello in mano, non si sa mai, le dovesse andar via l'ispirazione...meglio avermi bene sotto gli occhi, potrei essere la sua musa?









Quando poi s'allontana io mi metto a far la guardia!!!Guai a chi s' avvicina alla scrivania....solo io posso permettermi di far cadere il bicchiere con l'acqua che le serve per diluire i colori!!











Vabbè, vabbè l'ammetto, non vedo l'ora che la PADRONA s'allontani dalla scrivania...non si sa mai potrebbe esserci nascosto un fantastico croccantino sotto i suoi disegni, magari ce l'ha messo lei per farmi felice, per ringraziarmi di tutte le gioie che le do.







Uffa...non c'è nessun croccantino, solo disegni, disegni e ancora disegni....che me devo fare dei disegni, si mangiano per caso????










Fa niente....significa che mi accontenterò di starmene al calduccio al colore della lampada in attesa che la PADRONA ritorni!!!!






Ne approfitto però per mandare un saluto a tutti!!!! MAOOOOO !!!!!!




mercoledì 7 marzo 2007

Crostata di Ricotta con Composta di Frutti di Bosco




Questa crostata la faccio spesso e in mille varianti, la "filosofia" è sempre la stessa: frolla sotto, composta di frutta o marmellata (ci aggiunco spesso cose golose: cioccolato fondente in pezzi con marmellata d'arance oppure mandorle a lamelle con confettura di lamponi) al centro , crema di ricotta e yogurt sopra e infine si "chiude" con strisce di frolla.

Mi piace vedere gli strati colorati nel triangolo dolce che ho nel piatto, mi piace sentire la consistenza quasi da mousse della crema di ricotta che contrasta con la friabilità della frolla e scoprire ogni volta un gusto nuovo, l'ho provata ultimamente anche con la confetture di pesche e cardamomo.

Crostata di Ricotta con Composta di Frutti di Bosco

per la frolla:

250 gr di Farina
50 gr di Fecola
150 gr di Burro freddo a pezzetti
150 gr di Zucchero a Velo
1 uovo
1/2 cucchiaino di lievito per dolci
per la composta di Frutti di bosco:

200 gr di Frutti di bosco
100 gr di zucchero

per la crema di Ricotta

300 gr di ricotta
2 uova
100 gr di zucchero
1 vesetto di yogurt

Preparare la frolla nel modo consueto: mescolare le polveri, sabbiare con il burro freddo, unire l'uovo e lavorare poco, far riposare in frigo almeno 30 minuti.

Per la composta mettere in una casseruola i frutti di bosco con lo zucchero, unire il succo di mezzo limone e cuocere a fuoco lento portando a ebollizione e ottenedo con la parte liquida della composta una sorta di sciroppo stretto, metterne da parte mezzo bicchiere.

Prepare la crema di ricotta, mescolando con la frusta i tuorli delle due uova con lo zucchero fino ad ottenere un composto abbastanza spumoso, unire la ricotta ben sgocciolata e lo yogurt, mescolare fino a quando il composto non risulti liscio ed omogeneo, unire lo sciroppo di frutti di bosco e moooolto delicamente i due albumi restanti montati a neve.

Stendere la frolla in una teglia imburrata e infarina, bucherellarne il fondo e distribuire la composta di frutti di bosco, ricoprirla con la crema di ricotta e formare la classica griglia con le strisce di frolla.

Infornare a 180° per 40-45 minuti, i tempi di cottura del fondo della frolla e quelli della crema di ricotta sono diversi, per questo inforno questa crostata nel lato più basso del mio forno (altrimenti il fondo risulta troppo umido).


martedì 6 marzo 2007

Riso Thai Spring Style


Questo è un piatto che trovo troppo goloso,colorato, saporito e completo...fa bene all'umore, al mal di schiena, alle rughe, all'alluce valgo, provare per credere...ma soprattutto fa tanto primavera!!!!E questo BASTA!

Ho inaugurato con il mio riso Thai anche il Wok che m'ero regalata all'inaugurazione dell'IKEA a Bari....EVVIVA dal 14 feb ce l'abbiamo anche noi!!!

Per due persone con una fame discreta ecco le dosi...se la fame fosse tanta, basta raddoppiare!


Riso Thai Spring Style

180 gr di riso Thai
1 peperone giallo piccolo
1 carota
1 scalogno
1 manciata di macinato (non è indispensabile)
1 uovo
pochi asparagi selvatici (se ci sono dei piselli è meglio...io non li avevo)
1 cucchiaio di salsa di soia
Olio evo q.b.

Sbattere l'ovetto con un cucchiaio di latte e parte degli asparagi tagliati a pezzettini ( i miei erano abbastanza sottili e non li ho sbollentati in acqua cosa che generalmente bisogna fare), in una padella larga scaldare poco olio e cuocere una frittatina sottile, sottile; farla dorare da entrambi i lati e metterla da parte.

Tagliare a cubettini il peperone, la carota e lo scalogno.Mettere nel wok qualche cucchiaiata d'olio, aggiungere le verdure e far saltare per 5/10 minuti (c'è a chi piacciono le verdure belle croccanti, a chi più morbidine), aggiungere il macinato e successivamente gli asparagi e poco prima di terminare la cottura unire la salsa di soia, non occorre salare perché la salsa di soia salata lo è già di suo.

Mentre le verdure saltellano in padella si può già incominciare a cuocere il riso Thai, io ho usato quello della Coop che è PROFUMATISSIMO, non sono una grande esperta di riso quindi se qualcuno dovesse conoscere un riso ancora più profumato, magari d'agricoltura biologica non darti a farmelo sapere...perché già di questo me ne sono innamorata, ma sono convinta che in giro potrebbe esserci di meglio.

Far bollire dell'acqua, deve essere il doppio del peso del riso, aggiungere il riso con poco sale, coprire e abbassare la fiamma, far cuocere per una decina di minuti (si dice che mentre cuoce non bisogna mai alzare il coperchio...io cerco d'alzarlo il minimo, giusto per vedere se è pronto), una volta cotto il riso metterlo nel wok e farlo saltare per qualche secondo con le verdure, far insaporite ben ben.
Non mi sono dimenticata la frittatina che taglio a quadratini e aggiungo a fuoco spento!

Annusare (perché ha proprio un buon odore), impiattare e bon appétit!


lunedì 5 marzo 2007

Dalla mia camera da letto



Ore 6.30.
Suona la sveglia, inesorabilmente , inizia un altro giorno, i miei gesti sono incredibilmente meccanici: alzo la coperta che pesa 4 kg in più visto che Giada dorme ancora a peso morto dal mio lato, ma quanto dorme sto gatto?.
Spengo la Falcetti che parla su radio 1 (ma che ci fa la Falcetti?Non mi stava antipatica??), mi infilo le ciabatte scuotendo Joao "Gianfrà!!! sono le 7.00 (non è assolutamente vero sono sole le 6.35...ma i suoi tempi sono un po' più lenti meglio cominciare a rompere le scatole prima) alzati!!!".

Dopo 6 trascinatissimi passi arrivo alla cinghia dell'avvolgibile, trac, trac, trac tiro su e pian piano comincio a sentire, nella stanza sempre più illuminata, gli uccellini; una valanga di uccellini che canticchiano spensierati e ogni giorno da agosto, in questo momento, mentre guardo fuori, compare sulla mia faccia un sorriso beota, via tutti i pensieri, se c'è il sole niente problemi, mi sento in Paradiso...anzi per me il Paradiso ce l'ho di fronte: la mia adorata campagna, solo lei!
palazzi, file di panni stesi (che possono avere anche la loro poesia), niente macchine parcheggiate, solo terra rossa, mandorli, ulivi e fichi d'India!

Ringrazio Dio (mentre intimo a Gianfranco di alzarsi...sennò mo' m'incacchio!!!) per la benedizione di questa vista, di questi suoni, dei 2 mandorli, che quasi mi entrano in casa, che saranno ancora per poco vestiti da sposa e riempiono di petali bianchi come chicchi di riso il mio giardino!
Non so se darò mai per scontata la bellezza della campagna, non so se mi abituerò mai alla vista di questi alberi che quasi chiamo per nome, per il momento mi sembra ancora la NOVITÀ più bella del modo...la mia dimensione, il luogo dove IO DOVEVO VIVERE e che ho desiderato con tutte le mie forze!
Può sembrare una stupidaggine, un'esagerazione...(ma che sarà mai tutta sta sviolinata per stare nel paese più sfigato di Puglia?), ma per me è il sogno di una vita, è il riscatto per essermi sentita dire IMMANCABILMENTE dai geni di turno , quando dicevo che il mio sogno era vivere in campagna: "Seeee, mica è bello vivere in campagna...""...e dove la trovi la casa con il camino, il giardino, certo se vuoi la villa te la auguriamo con tutto il cuore, ma sai quanto costa?." oppure "Tu lavori a Bari e vicino a Bari cosa devi trovare????".

Certo, considerazioni crude, sarcastiche e purtroppo realistiche: nei dintorni di Bari non è che ci sia molta campagna è quella che si trova è stile discarica!!

Ci sono dei posti stupendi: Polignano, Monopoli...ma sono abbastanza lontani da Bari per pensare di far avanti e dietro 4 volte in un giorno!Ci sarebbero anche le villazze un po' ovunque, ma sono lontane anni luce dalla mia portata!

Io so stata fortunata, anzi mi piace pensare che il mio sogno era così semplice e forte che magari Dio, il Cosmo, la Divina Provvidenza, Buddha...insomma, che Qualcuno mi abbia aiutata a cercare quello che per gli altri era impensabile trovare:

Una casetta in campagna, una casa modesta e po' fuori moda, con il suo giardinetto, con il suo camino...qui gli ulivi, i mandorli; di questi tempi passeggiate interminabili che si ritorna a casa con mazzetti di asparagi, gli uccellini e il cielo, un cielo che sembra interminabile, un cielo che la notte ha DUEMILIONI di stelle che mi mette i brividi e anche un po' di paura, così enorme, così in silenzio.

Dolce di cioccolato e mandorle




Ecco uniti i due cibi per cui potrei fare follie!!!...assieme ai pistacchi e alla salsina di aneto e senape ovviamente.

Adoro le mandorle da quand'ero bambina, spesso quando il mio stomaco esige una coccola veloce o semplicemente ho un piccolo languore (la classica voglia di qualcosa di buono), affondo le dita nel bustone di mandorle scure (mi piacciono così, con la loro pellicina ruvida) , ne tiro fuori una manciata e per me diventano peggio delle ciliege!!!

Devo dire che sono sempre stata iper-fortunata perchè nella mia dispensa non sono mai mancate quelle BUONE e BIOLOGICHE senza spenderci neanche un soldino!!!!!!!
Grazie alla mia nonnina che ogni anno mi procura cose SPETTACOLARI e genuinissime, come l'olio e.v.o. di Terlizzi che è buonissimo, il miele di montagna (se ne fa spedire ogni anno da alcuni conoscenti) e le mandorle per l'appunto!!!!

Questo dolce è stato gentilmente richiesto dai nipoti, che non vanno esageratamente pazzi per i dolci a meno che non ci sia del cioccolato sopra, sotto, ai lati e mi sembrava il caso si accontentarli visto che spesso faccio dolci per palati più adulti.
Dolce di Cioccolato e Mandorle

dal libro di Trish Deseine "Cioccolato"
Come scrivevo anche nel post dei Muffin noci-caramello questo impasto ricorda quello della torta caprese, io ricette di torta caprese ne ho almeno 4, il risultato delle quali differisce per morbidezza, umidità, qualcuna è un pò più altina, qualcuna meno, ma al gusto sono tutte più o meno simili...nessuna m'è venuta gnucca o asciutta (ho delle ottime fonti), anzi proprio questa di T.D. è sicuramente quella meno "compatta", ma molto fondente senza dare l'impressione d'essere cruda al centro (cosa che non mi fa impazzire nei dolci).

200 gr di cioccolato fondente

100 gr di mandorle tritate

100 gr burro

180 gr di zucchero

75 gr di farina

5 uova

1 cucchiaino di lievito per dolci

Sciogliere il cioccolato con il burro a bagnomaria o nel micro, aggiungere lo zucchero, i tuorli d'uovo uno per volta facendoli assorbire ben bene dall'impasto, unire le mandorle, la farina setacciata con il lievito.

L'impasto risulta abbastanza sodo, quindi conviene sacrificare due cucchiaiate degli albumi montati a neve e per allentare il composto, dopo di che unire delicatamente e gradatamente gli albumi all'impasto badando che non si smonti.
Cuocere in forno preriscaldato 170° per 50 minuti circa!

venerdì 2 marzo 2007

Una cena per due che non si vedevano da un pò...



Questo post lo dedico ad un amico caro, il classico vecchio amico-fratello-cugino che tutti dovrebbero avere o vorrebbero avere, quello che smentisce che l'amicizia tra uomini e donne non esiste, perchè la nostra di amicizia dura da 15 anni (con i suoi alti e bassi) ed è resistita ai nostri cambiamenti, alle frequentazioni diverse, alle fidanzate, ai mariti, alla distanza che oggi è più di 500 km.

Così ogni volta che lui da un break alla neo vita romana ci dedichiamo almeno una seratina tête à tête, fatta di chiacchiere, chiacchiere, chiacchiere, confidenze,risate e racconti, di solito vicino al mare (che bello vivere in una città di mare!!!), ma ieri abbiamo optato per una cenetta chez moi visto che il post serata che avevamo in mente da tempo era di stampo cinematografico con "In the mood for Love" di cui mi aveva parlato e regalato la colonna sonora (con un ulteriore cd d'approfondimento :"50 exitos in castellano di Nat King Kole" a dir poco SPETTACOLARE!!!), il film mi è piaciuto moltissimo, eppure non amo i film per così dire "lenti", complice comunque la colonna sonora molto, molto emozionante, la compagnia è stata come sempre PIACEVOLISSIMA ( altrimenti non sarei mai riuscita a resistere sveglia fino alle 02.00 con del brunello che circolava liberamente nelle vene)...ma anche la cena non c'è dispiaciuta.




Per tutti quelli interessanti un di più al lato food della serata ecco quello che abbiamo benedetto con del brunnello (ci sarebbe andato qualcos'altro, ma in casa avevo solo quello!!!):



Tris di mini-quiche:

Di ispirazione Cavolettiana il tris era così composto:

Guscio di pasta brisée, ripiento di:


Ricotta/Salmone, Ricotta/Fragole e Asparagi , Ricotta/Rucola



Piccolo antipastino dalla facilità di realizzazione imbarazzante : mescolare 180 gr di ricotta con 1 uovo, sale e pepe, distribuire l'impasto in tre terrine; aggiungere nella prima un di asparagi selvatici sminuzzati, nella seconda un di salmone sminuzzato e nella terza una manciata di rucola sminuzzata. Distribuire l'impasto nei gusci di brisée ancora crudi e cuocere in forno per una 15 di minuti a 170°. Una volta pronti guarnirli a piacere!!!



Patate ripiene

Piccole patate lessate, tagliate a metà e farcite con della fontina condita con un goccio d'olio, origano, sale e pepe, avvolte in una fettina di bacon fermata da con uno stuzzicadenti, infilate in forno a 200° gradi per 10 minuti dopo averle leggermente condite con un goccio d'olio, origano sale e pepe.

Anche per questa ricettina non mi sono sforzata molto!!!!!!!

Di mezzo, prima del dolce c'era anche un clam chowder (una "zuppa"? fatta con cozze bacon e patate) recuperato dal libro di Allan Bay "Cuochi si diventa", molto sfiziosa, per la quale però non ho il reportage!

E per dolce un vero un melange di "tutto-quello-che-ho-in casa": "Foglie" di cioccolato bianco, con mousse (m'è venuta lenta, lenta) di cioccolato e mandorle, queste le rifaccio perchè m'hanno sfiziato parecchio, e Torretta (possiamo chiamarla così?) con ripieno di ricotta e fragole.

Per le prime ho sciolto il cioccolato bianco e ho spennellato delle foglie di rosa (volevo una base sottile e croccante), ho fatto una muosse al cioccolato e ne ho messa una su ogni foglia (ho fatto rapprendere il cioccolato e poi staccato la foglia delicatamente), completando con una mandorla pelata.

Per le seconde - per la serie "qua non si butta niente"- ho recuperato dei dischi con la brisée delle tartelle, tirata sottile, bucherellati e cotti in forno fino a doratura, ho utilizzato un di ricotta avanzata dalle mini quiche (non condita ovvio) e stemperata con un goccio di limoncello, zucchero a velo e pezzettini di fragola, ho composto le torrette come si vede in foto e messe in frigo (l'ideale è che non ci stiano molto in frigo)!